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In tempo di pandemia.
Piccolo manuale per navigare a vista.
a cura diGaetano Di Palma e Pasquale Giustiniani
Edizioni Artetra
Capua 2020
Le edizioni ArteTetra di Capua entrano creativamente sul tema della fase 2 della pandemia da Covid 19, con questo nuovo titolo, affidato alla collana Divinavidi diretta da Gaetano Di Palma (https://www.artetetra.it/prodotti/in-tempo-di-pandemia).
Filosofi (Pasquale Giustiniani e Antonio Tubiello), biblisti (Gaetano Di Palma), teologi (Lorella Parente) e moralisti (Micola Rotundo) hanno il compito di offrire in queste pagine delle coordinate per la “navigazione a vista”. Ecco la scommessa editoriale, realizzata da docenti della Facoltà teologica san Tommaso d’Aquino in Napoli: nel frattempo, come siamo ancora noi nel corso di questa pandemia da coronavirus, è possibile almeno “balbettare”, per trovare, se non proprio dei codici, almeno qualche punto di riferimento, per sentirsi meno disorientati o frastornati, o meno incapaci di essere lucidi. Occorre attendere che sia passata la crisi per pensare “a mente fredda” al significato e alle vere conseguenze di quanto abbiamo vissuto. Tante voci frattanto si affastellano: voci di scienziati, biologi, medici esperti delle più diverse branche, politici, economisti, filosofi, teologi… Per settimane, dicono i curatori, non è andata bene per niente, perché ci hanno rimesso la vita decine di migliaia di persone, di ogni età e di ogni ceto (preti compresi), le quali hanno dovuto lasciare questa esistenza senza la vicinanza delle persone care, senza una carezza, un abbraccio, un minimo conforto umano e, per chi crede, religioso: altro che rimozione della morte, come ci avevano avvertito sociologi e bioeticisti del secolo XX. È il tempo della tristezza del morire soli, a meno che non ci sia qualche medico o infermiere mosso a compassione che stringe la mano del morituro o tracci sulla fronte qualche segno di croce. È il tempo della solitudine nelle sale di rianimazione incrementate di numero e di macchinari sempre più sofisticati. È il tempo delle procedure per tentativi ed errori, nel campo delle sperimentazioni di farmaci e di nuove cure, e perfino nel campo delle decisioni politiche assunte per decreti del Presidente del Consiglio.
Apre la piccola galleria un contributo di Pasquale Giustiniani, che individua, dal punto di vista bioetico, tre punti fondamentali: la riscoperta che, forse, non esistono soltanto dei diritti umani (come quello alla salute, peraltro tutelato dalla nostra Carta costituzionale), ma anche dei veri e propri diritti dei non-viventi all’interno del biosistema; poi, lo spessore acquisito dai principi definiti all’inizio del terzo millennio nella Carta della terra; infine, l’attualità sempre più cogente della riflessione bioetica del Magistero cattolico che, prima in un’enciclica del 2005 e poi in un’esortazione apostolica del 2020, avevano indotto una più ampia riflessione filosofico-teologica sulla casa comune. A sua volta, Antonio Tubiello presenta una parafrasi e commento della quaestio 49, articulus 2 della prima parte della Summa theologiae di san Tommaso d’Aquino: l’obiettivo divino, anche attraverso le pene e le malattie, è sempre di carattere “medicinale”, in modo da indurre coloro che si allontanano dal giusto sentiero, a comprendere che è il peccato a produrre effetti nefasti. Unica strada è il ritorno a Dio, con il sostegno della grazia. Gaetano Di Palma riprende un testo, Levitico 25, in cui si parla dell’anno sabbatico (ogni settimo anno) e dell’anno giubilare, in cui è prescritto il “riposo della terra”. Se Dio si è fermato nel giorno di sabato e all’essere umano è ordinato di riposare nel settimo giorno, anche la terra ha diritto al suo riposo. Per la terra, e perfino per i suoi virus, questo assume il significato della prospettiva di un riscatto definitivo da verificarsi alla fine dei tempi. Nicola Rotundo nel suo articolo di tenore teologico-morale, individua alcuni elementi essenziali tali da ispirare un’economia a misura d’uomo, che è a misura del Vangelo. L’economia sostenibile prima ancora che di rispettare i tempi (i quali hanno anch’esso un peso), rispetta le tre verità basilari: la verità teologica, la verità antropologica, la verità cosmologica». L’economia fine a se stessa è una forza che schiavizza l’uomo; invece, bisogna convertire l’economia al servizio dell’uomo e del cosmo. Infine, Lorella Parente (teologa nell’ISSR di Salerno, collegato alla Facoltà teologica dell’Italia meridionale) dedica la sua attenzione a una mistica inglese, Giuliana di Norwich, vissuta tra il XIV e il XV secolo, quando la peste frequentemente imperversava. Figura recentemente riscoperta, ha scritto le Rivelazioni dell’Amore divino, da cui emerge una teologia “ottimista” – suo il motto, diventato famoso nei giorni di pandemia, all shall be well, perché il bene viene da Dio – ispirato alla gioia e alla compassione divina: secondo la sua visione, improntata dalla percezione della misericordia, la sofferenza non dev’essere vissuta nell’afflizione, perché è uno stato transitorio di cui sparirà la memoria quando saremo di fronte a Lui. Giuliana di Norwich si distingue non solo perché una delle poche donne che affronta temi teologici – ci sono anche le mistiche della Renania, Caterina da Siena e Angela da Foligno, per esempio –, ma pure per aver scritto in volgare.
Due i curatori dell’agile e interessante volumetto (disponibile anche on line): Pasquale Giustiniani è professore ordinario di Filosofia teoretica nella sezione “San Tommaso d’Aquino” della Pontificia Facoltà di Teologia per l’Italia Meridionale di Napoli, dove dirige il Seminario Permanente di Studi storico–filosofici “Pasquale Orlando”. È titolare della cattedra di Filosofia della religione nella Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Suor Orsola Benincasa – Napoli. Tra le sue numerose pubblicazioni si ricorda l’introduzione a Tommaso d’Aquino, Somma di Teologia (Roma 2018). Per Artetetra ha curato le traduzioni Il segreto della felicità di Eadmero di Canterbury (2018), Le virtù politiche di chi sta al potere di Roberto Bellarmino (2019) e La pietra filosofale dello Pseudo Tommaso d’Aquino (2019). Gaetano Di Palma, presbitero, licenziato in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico di Roma e dottore in Teologia, è professore ordinario di Scienze Bibliche nella Sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Fa parte della redazione di Rivista del Clero Italiano e di Asprenas. Tra i libri più recenti: Cristo primizia dei morti e la risurrezione dei credenti. Studio su 1Cor 15 (Berna 2014), Pietro uomo nuovo in Cristo. Da pescatore ad apostolo: sondaggio nella letteratura lucana (Roma 2015), Cristo e la gioia nei Vangeli Sinottici (Brescia 2016), Una Chiesa povera per i poveri? Profili biblici e storico-teologici di un’antica questione (con P. Giustiniani, Roma 2016). Per Artetetra dirige la collana divinavidi ed ha curato, con Salvatore Infantino, il volume «Tu sei Pietro». Primo degli apostoli e roccia della Chiesa (2019).
Presso le edizioni Artetra sono in corso di stampa altri interessanti titoli collegati alla ricerca della Facoltà teologica san Tommaso. Tra gli altri, ricordiamo: Roberto Bellarmino, Le virtù politiche di chi sta al potere. Uno scritto politico, a cura di Pasquale Giustiniani, con Introduzione di Carmela Bianco (2019); «Vi sia raccomandato il mio tesoro». L’opzione fondamentale di Giacomo Cusmano, a cura di Lorella Parente (2020).
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Didattica a distanza
per la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale
Intervista al Prof. Pasquale Giustiniani su TG Luna del 14 aprile 2020, ore 13.30
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«Il viaggio della vita»
recital col Singin’ Glory Gospel Choir
a San Francesco di Paola
Il recital «Il viaggio della vita» a cura di Pasquale Giustiniani, è andato in scena domenica 2 febbraio alle 18.30 nella Basilica di san Francesco da Paola dei padri Minimi della Provincia di santa Maria della Stella, resa disponibile all’Associazione Marin Mersenne dal Rettore, padre Mario Savarese.
Una tradizione storico culturale, ripresa dall’Associazione del Terzo Settore “Marin Mersenne”, presieduta dal prof. Pasquale Giustiniani. Una collaborazione con il Festival della vita, presieduto a livello Nazionale da Don Ampelio Crema, del CCSP Onlus e diretto dal dott. Raffaele Mazzarella.
La presenza straordinaria del Singin’ Glory Gospel Choir (la cui storia comincia nell’ormai lontano 2002), uno dei primi cori Gospel a Napoli, oggi diretto da Vittorio Galdi per cambiare rotta e passare da un gospel più “soft” ad uno più soul ed r&b.
L’intervento del Coro “Cuori in…canto” (costituito dai piccoli cantori dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo 58° J. F. Kennedy di Scampia, diretto dalla dott.ssa Patrizia Rateni).
Ecco tutti gli ingredienti che hanno composto il Recital di Bruna Girasole, a partire dalle 18.30 del 2 febbraio 2020 nella Basilica di san Francesco da Paola.
Se Il massimo del minimo è il motto dell’ETS Mersenne, davvero c’è stato il massimo del minimo in questo gioioso mix di suoni, luci, canti e colori, che faranno della “cartolina” di Napoli il luogo centrale della 42ª Giornata Nazionale per la Vita, che i Vescovi italiani hanno voluto intitolare: “Aprite le porte alla Vita”. Grande successo per il brano inedito di Brunella De Carlo e Alessandro Sgambati, che sarà eseguito in anteprima nazionale:
«È ancora tempo di giocare/ di gioie pure e capriole./ Sorrisi veri e bei pensieri/ oggi sarà meglio di ieri./ Ma in fondo è meglio rimanere un po’ bambini/ e assaporare la vita/ fatta di mille arcobaleni e di colori».
I testi del recital sono stati letti da Luciana De Carlo e Fulvio Pastore.
Per contatti e informazioni: marinmersennenapoli@gmail.com
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Il p. Correttore dei minimi, p. Saverio Cento, accoglie a Palermo il presidente Mattarella
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Verso il recital di Bruna Girasole:
“Il viaggio della vita”
Comunicati stampa – Festival della Vita
Il Coro “Cuori in…canto” dall’I.C. 58° “J. F. Kennedy” di Scampia al Festival della vita, diretto dalla docente Brunella De Carlo in arte Bruna Girasole
Il Coro dei bambini e ragazzi di Scampia al Festival della vita. «È ancora tempo di giocare/ di gioie pure e capriole./ Sorrisi veri e bei pensieri/ oggi sarà meglio di ieri./ Ma in fondo è meglio rimanere un po’ bambini/ e assaporare la vita/ fatta di mille arcobaleni e di colori». L’edizione 2020 del Festival della vita, ormai al suo decimo anno di attività, incontri, musica, sport ed arte,lancerà il tema dell’anno: Vivere è… viaggiare. Lo farà anche con le fresche voci dei piccoli cantori di Scampia dell’Istituto Comprensivo 58° J. F. Kennedy. Tra le svariate ed accattivanti attività progettuali extracurricolari offerte da questo Istituto vi è un entusiasmante progetto di formazione di un Coro stabile di circa 40 voci bianche. In occasione della partecipazione alla X Edizione del Festival della Vita, la docente Brunella De Carlo presenterà un nuovo brano musicale, firmato da lei insieme con il musicista e arrangiatore Alessandro Sgambati. Un brano che narra dei temi della vita e della sua scoperta, della bellezza e della meraviglia dell’esistenza, che nonostante le intemperie della vita resta sempre un viaggio meraviglioso! “Proprio dalla volontà di educare i miei alunni, portatori sani di meraviglia, a reagire alle inevitabili difficoltà della vita, mi è venuta l’ispirazione per un brano musicale dedicato al viaggio della vita. Attraverso l’immagine della pioggia che può avere in sé distruzione, ma anche rinascita, invito chi mi ascolta a sperare contro ogni evidenza”, ci dice Brunella De Carlo, docente di IRC presso l’I.C. 58° Kennedy, nonché Referente del Progetto extracurricolare “Cuori in… canto”, in collaborazione con le docenti Carmela Mastantuono e Antonella Porzio.
Un messaggio rivolto a piccoli e grandi. È un messaggio, rivolto a tutti, a viaggiare con gioia, impegno e leggerezza nella vita che, nonostante ostacoli e ritardi, resta – come ricorda il nome del Coro (Cuori in…canto) – comunque un incanto. “Sì, la vita è un vero incanto se la si spende per amore, al servizio degli altri, in un’ottica di apertura e amore solidale verso chi è nel bisogno”. Bruna Girasole, che ha preso sul serio l’invito del Dirigente scolastico dell’I.C. 58° “J. F. Kennedy, dottoressa Patrizia Rateni a costituire un coro stabile che rappresentasse tutti gli ordini di scuola, ha già al suo attivo 4 CD musicali di successo (fruibili sul suo sito www.brunellagirasole.net e sul suo Canale You tube: Bruna Girasole) e periodicamente regala ai suoi estimatori ed amici dei Recital di successo, ultimo Aquiloni per l’Africa. . Questa volta, canterà con i “Cuori in…canto”, cioè con il Coro di bambini e ragazzi del suo istituto di Scampia che, selezionati da lei e dalle colleghe del Progetto, canteranno con lei il suo brano inedito “Viaggiar la vita” il 1° febbraio 2020 a Caserta al Teatro Duel e il 2 febbraio 2020 nella maestosa Basilica di san Francesco da Paola in Napoli (piazza Plebiscito). “Brunella and friends for children – Il viaggio della vita” è il recital-evento che nasce nel cuore dell’Associazione del Terzo Settore “Marin Mersenne”, promossa dai Padri Minimi di san Francesco da Paola per la promozione sociale, artistica, musicale e culturale dei valori cristiani della vita e dell’esistenza e sensibile ad opere di solidarietà verso chi soffre e verso le missioni in Congo dei Padri Minimi (www.marinmersennenapoli.eu.). «Canta, ridi, gioca, danza e abbraccia chi vuoi tu./ Senti tuo fratello anche quel bimbo che è laggiù./ Apri il tuo gran cuore, dona amore e allora sarà/ la tua vita come un bel giardino fiorirà». Son queste le parole di un Inno alla gioia e all’amore per i nostri tempi bui e complessi, che chiuderanno un’intera Giornata per la vita, celebrata il 1° febbraio e il 2 febbraio 2020, sotto l’egida del Festival della vita. Il giorno 2 febbraio vedrà la presenza dei “Singing Glory Gospel Choir” un coro di non professionisti senza scopo di lucro che si occupa di eventi benefici e filantropici, diretto dal M° Vittorio Galdi. Inoltre, non mancherannno validissimi rappresentanti del mondo coreutico: la ballerina Sara Testa che si esibirà con sue originali coreografie su alcuni brani cantati. Inoltre, si esibiranno gli allievi del Centro Studi Danza Arte in Movimento, diretto da Simona Pelliccia e Martina Mormile. Il Centro rappresenta un luogo privilegiato per lo studio della danza sul nostro territorio. Gli allievi danzeranno su due brani cantati nel Recital.
Difficoltà ed ostacoli non distruggono il viaggio della vita e non uccidono la speranza di un mondo migliore. “La nostra Scuola – dichiara la Dirigente Scolastica Patrizia Rateni, – opera nel Rione Monte Rosa di Secondigliano-Scampia da quasi 50 anni, in un contesto complesso e problematico , in cui però la scuola assume un ruolo determinante come presidio di legalità e di alternativa culturale: la musica, il canto, cifra di una ricerca appassionata dell’armonia e del bello possono veicolare con efficacia orizzonti di vita e di pensiero in continua evoluzione”. Il Coro “Cuori in…canto” ricorda invece a tutti che, con le parole dell’inedito, «se la pioggia lo distrugge/ è sol per darti un’altra grande novità». Anche il Consiglio Episcopale Permanente per la 42ª Giornata Nazionale per la Vita ha inviato un Messaggio, intitolato “Aprite le porte alla Vita”. In esso si legge che “l’ospitalità della vita è una legge fondamentale: siamo stati ospitati per imparare ad ospitare. Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se può scompaginare i nostri equilibri”. Bruna Girasole e il Coro stabile dell’I. C. 58 °Kennedy “Cuori in…canto” ci accompagnano gioiosamente in questo viaggio della vita e mettendo cuore e voce ci regalano la melodia di fondo, la colonna sonora per far “viaggiare” la X Edizione del Festival della vita. -
Omaggio del piatto Mersenne
a sua Altezza reale la principessa Paola di Borbone
In occasione del concerto offertole dai Cavalieri del santo Sepolcro.
Il piatto in ceramica è opera della Figulina Giustiniani, Faenzari della Real Casa dei Borbone.
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Concerto dell’Immacolata
nella Basilica di san Francesco di Paola a Piazza Plebiscito
di Pasquale Giustiniani
Dopo il dono del Piatto in ceramica “M. Mersenne” a sua Altezza Reale la Principessa Beatrice di Borbone, l’Associazione del Terzo Settore “Marin Mersenne, che ha sede nella Sacrestia papale e reale di san Francesco di Paola in Napoli, è di nuovo in vetrina con il Grande concerto dell’Immacolata, previsto per le ore 18.30 di domenica 8 dicembre 2019, sempre nel suggestivo scenario di piazza del Plebiscito in Napoli. Due giovani talenti del violoncello e del pianoforte – grazie al patrocinio del sig. Alberto Napolitano e sig. Antonio Sergio, che per l’occasione saranno premiati con un dono della Figulina Giustiniani (Faenzari della Real Casa dei Borbone) – delizieranno gli ospiti, eseguendo famosi pezzi di Mozart, Gounod, Schumann, Saint-Saëns, Caccino. Le due novità di quest’anno sono una di ordine religioso, l’altra di carattere sociale, com’è nello stile dell’Associazione “Mersenne”, presieduta dal prof. Pasquale Giustiniani, che persegue la promozione e la diffusione della cultura a carattere artistico, musicale, storico e filosofico-religioso, com’era nelle corde del padre Minimo Marine Mersenne, corrispondente del filosofo Renato Cartesio, da cui fu definito “il Segretario dell’Europa dei sapienti”.
Sul piano sociale, per consentire la partecipazione di famiglie e genitori “con bambini al seguito”, è stato previsto un collaterale “Laboratorio creativo” (coordinato dal segretario della Mersenne, prof. Fabo Testa) per i più piccoli che, alla fine del concerto, faranno una bella sorpresa ai loro cari, anche grazie all’esposizione di prodotti artigianali “Le fiabe di Maritina”, i cui oggetti sono finalizzati a promuovere la Missione dei padri Minimi nella Repubblica democratica del Congo. Sul piano religioso, l’esecuzione dell’Ave Maria di Gounod coronerà le numerose attività di devozione mariana, tanto cari alla Provincia Minima di santa Maria della Stella, rappresentata nell’Associazione da p. Mario Savarese, economo provinciale e Rettore della Basilica papale e reale, nella quale, per tutta la novena è stato cantato e pregato il tradizionale Stellario alla Vergine Maria.
“Le imminenti attività di ordine musicale e sociale della Mersenne”, ci dice la vice-presidente Maria Rosaria Romano, docente di Bioetica nell’Istituto superiore di Scienze Religiose di Capua, “prevedono una vera e propria campagna di solidarietà e di cultura musicale direttamente negli Ospedali di Napoli. Si deve curare non soltanto il corpo con una medicina scientifica, ma anche l’anima, anche con la musico-terapia”. Pertanto, d’intesa con Enti Ospedalieri del SSN, sta per partire l’iniziativa “Musica in Corsia, comincia la Magia”. “E in seguito, precisa Filippo Miele, tesoriere della Mersenne, anche Musica in Carcere, Musica in Casa Famiglia, con un Evento finale in Terra Santa nella città di Gerusalemme, Sede privilegiata delle attività della Mersenne, che ha un occhio di riguarda per la formazione per studenti universitari e cultori di studi biblici”.
https://www.ilmattino.it/napolismart/cultura/concerto_dell_immacolata_alla_basilica_di_san_francesco_di_paola-4907517.html
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Talenti in concerto
per l’Immacolata …
Natale in Basilica Papale
Piazza del Plebiscito n.1
8 Dicembre 2019 18:30
Duo Violoncello e Pianoforte
Erminia di Meo, Michelangelo Carbonara
- G. Caccino Sonata N. 1 in Mi minore Op.38
- W.A.Mozart Ave Verum
- R. Schumann Fantasiestucke op. 73
- C. Gounod Ave Maria
- C. Saint-Saëns Allegro Appassionato
Evento gratuito!
Per prenotare invia un’email col tuo nominativo a: marinmersennenapoli@gmail.com
Scarica la Locandina dell’evento in formato PDF
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Bioetica e Diritti Umani a convegno
di Ugo Canfora
Bioetica, diritti umani e fine vita. Questi gli argomenti di un importante convegno che si è tenuto lo scorso 10 novembre a Capri nella Sala Luigi Pollio. L’evento, organizzato dall’Associazione Marin Mersenne, presieduta dal professor Pasquale Giustiniani, ha visto la presenza di importanti scienziati e studiosi che hanno dato vita ad un dibattito incentrato su questi attualissimi argomenti di bioetica nelle loro implicazioni etiche, giuridiche e mediche. Si sono succeduti interventi autorevoli come quello del professor Antonio Giordano, docente e scienziato di rilevanza mondiale che, in occasione del meeting, ha ricevuto il primo premio Marin Mersenne e presentato i suoi studi sulla tecnica del taglio del Dna per ottenere informazioni per la prevenzione di fenomeni degenerativi.
A seguire il professor Alberto Gambino, giurista e presidente di Scienza e Vita ha parlato di temi etici e bioetici come eutanasia e cure palliative.
I lavori, poi, sono proseguiti con gli interventi della professoressa Carmela Bianco, docente di Filosofia del Diritto della Facoltà teologica San Tommaso e della professoressa Maria Rosaria Romano, vicepresidente dell’Associazione Marin Mersenne, che ha presentato un suo studio sulla “Coscienza del Medico nelle situazioni di fine vita”. Sul podio dei relatori, poi, è stata la volta del dottor Alfonso De Nicola, ex responsabile dello staff sanitario della SSC Napoli, che ha presentato alcuni casi clinici per sottolineare l’importanza della relazione empatica medico-paziente. Numerosi gli interventi dalla platea tra cui quello del giovane studente di filosofia Giuseppe Federico che ha tracciato un excursus sul tema della “Dolce Morte”. Presente il sindaco Marino Lembo che ha manifestato il suo interesse affinché questo evento, coordinato dalla ricercatrice caprese Rita Federico, diventi un appuntamento annuale. A corollario del dibattito in sala si è tenuto anche un mini concerto con l’esibizione musicale della violoncellista Erminia di Meo e del maestro Michelangelo Carbonara con un repertorio di brani di musica classica.
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Napoli riscopre lo spettacolare ipogeo di Piazza Plebiscito voluto da Murat
Posto a sei metri sotto la Basilica di S. Francesco di Paola, si estende per oltre mille metri quadri e può ospitare fino a 300 persone. Un gioiello architettonico semisconosciuto destinato a diventare un prestigioso spazio per iniziative culturali
di Kasia Burney Gargiulo
Esiste da circa due secoli ma era praticamente noto a pochi addetti ai lavori. Finalmente sta per diventare uno dei luoghi più cool della città di Napoli, una nuova prestigiosa sede per esposizioni museali, convegni, rassegne artistiche e altre manifestazioni culturali. E’ il grande ipogeo di Piazza del Plebiscito, celebre “salotto” cittadino che trovò il suo assetto definitivo dopo la restaurazione borbonica seguita al decennio francese che vide Gioacchino Murat sul trono di Napoli. L’ipogeo è ciò che resta dell’originario progetto murattiano di sistemazione della piazza (l’antico e irregolare Largo di Palazzo), un progetto ispirato al ruolo sociale, di rappresentazione e discussione politica, propria del foro romano. Affidato per concorso agli architetti Leopoldo Laperuta e Antonio De Simone, il Gran Foro Gioacchino prevedeva infatti in superficie la nascita di un edificio pubblico di forma circolare, riservato ad assemblee popolari, al centro di un uniforme e continuo colonnato semicircolare che chiudeva e caratterizzava lo spazio della piazza. Il progetto includeva anche una complessa e stupefacente architettura sotterranea – quella che ora sta per essere aperta al pubblico – di cui poco chiara rimane l’originaria destinazione, sebbene la funzione pubblica del sovrastante edificio possa far legittimamente ipotizzare che l’ipogeo servisse anch’esso come luogo di incontro collettivo, magari per spettacoli ed eventi.
L’IPOGEO DI PIAZZA PLEBISCITO: DA SPAZIO LAICO A SOTTERRANEO DI UNA CHIESA
Con l’uccisione di Murat, la conseguente fine del dominio francese e il ritorno dei Borboni sul trono di Napoli, i lavori di riqualificazione urbana, che erano iniziati nel 1809, subirono uno stop per poi riprendere con un nuovo progetto affidato da re Ferdinando IV all’architetto Pietro Bianchi, che rispolverò in parte quello di Laperuta e De Simone ma trasformò il grande edificio pubblico semicircolare voluto da Murat in un tempio classico in onore di S. Francesco di Paola.
Tutta la logica compositiva delle strutture di superficie ne uscì inevitabilmente variata: mutarono i rapporti di volume fra chiesa e colonnato, avendo la prima preso il sopravvento con la nascita delle cupole sovrastanti le cappelle e di una imponente scalinata centrale in corrispondenza dell’ampio frontone in stile neoclassico. I modelli di riferimento per chiesa e colonnato sono facilmente riconoscibili – il romano Pantheon, con la sua pianta circolare, e il colonnato di S. Pietro – sebbene rievocati in scala ridotta. Bianchi mise mano anche alla sala ipogea che, posta 6 metri sotto il vestibolo della chiesa, riproduce le caratteristiche dell’aula ecclesiale in superficie. Strutturata interamente in pietra di tufo, con coperture a volta, ha un’altezza variabile dai 4,00 m ai 5,60 m. Dalla sala centrale, spazialmente definita da un pilastro ad archi a forma di fungo, attraverso un sistema di percorsi concentrici e di cunicoli è possibile raggiungere quattro sale più piccole, una di forma ottagonale, due circolari e una poligonale, poste a quote differenti ma corrispondenti anch’esse alle sovrastanti cappelle della chiesa.
Questo genere di struttura ipogea non è estraneo al complesso e diffuso sistema di “città sotterranea” che caratterizza Napoli e che fu realizzato attraverso scavi effettuati fin dall’epoca greco-romana all’interno dei numerosi costoni tufacei, generatisi dall’aggregazione dei detriti vulcanici accumulatisi in seguito alla remota attività eruttiva dei Campi Flegrei. Un mondo ”di sotto” che ha permesso a quello superiore di esistere grazie ai materiali che ne vennero cavati nel corso dei secoli.
L’accesso all’ipogeo è garantito in maniera autonoma da un ingresso che si trova all’interno dei locali corrispondenti ai civici 6 e 7 del colonnato: il pubblico potrà accedere attraverso una scala e un ascensore in vetro, immergendosi nel ventre della città fra archi e pietre di tufo lasciati a vista e tracce dei palazzi ottocenteschi a suo tempo abbattuti per lasciare spazio alla nuova struttura. Il tutto lungo un percorso che confluisce nella vasta sala centrale, rivestita da una sorprendente aura di modernità atemporale che già le è valso il nome di “Guggenheim napoletano”.
IPOGEO: RITORNO ALLE ORIGINI
Questi spazi sotterranei tornano dunque oggi a rivivere per un uso tutto sommato non distante dalla originaria funzione pubblica e culturale perseguita da Murat. L’attuale riqualificazione è stata voluta dal Comune di Napoli e dal Provveditorato alle opere pubbliche sulla base di un progetto che vede coinvolti anche Demanio, Curia, FEC (Fondo Edifici di Culto), Soprintendenza e Prefettura. “E’ un luogo ritrovato che verrà restituito alla città – ha detto Carmine Piscopo, assessore ai Beni comuni e all’Urbanistica – per cui stiamo portando avanti i lavori con il Provveditorato affinché l’ipogeo possa presto diventare uno spazio preposto ad ospitare l’arte e la cultura. E’ infatti ampio più di 1000 metri quadri e può ospitare fino a 300 persone alla volta. L’intenzione è quella di portare qui le più importanti esposizioni della città di Napoli. Ora sta per partire la gara per i lavori di completamento e finalmente la città potrà riappropriarsi di questo luogo meraviglioso.”
“Il percorso di accesso – ha spiegato Salvatore Russo, architetto del Provveditorato alle opere pubbliche – sarà molto suggestivo. Il restauro ha rispettato lo stato in cui si presentava nel momento in cui è stato liberato dai detriti, con le pietre di tufo a faccia vista e i resti di palazzi abbattuti nell’Ottocento per fare spazio alle nuove strutture. Si arriva quindi alla grande sala circolare la quale presenta una serie di oculi che la collegano alla chiesa sovrastante e questo pilastro centrale a forma di fungo che ha a sua volta una sala al proprio interno.” “Si è inoltre notato – ha aggiunto Carmine Piscopo – come in questo spazio gli effetti sonori siano molto particolari, di rifrazione e di amplificazione del suono”, effetti che si ripropongono anche negli spazi circostanti collegati alla sala centrale. “Attraverso ulteriori lavori – ha infine anticipato – si potranno lateralmente connettere questi spazi con la Galleria Borbonica [un altro degli straordinari spazi sotterranei riscoperti di recente, risalente al tempo di Ferdinando II di Borbone – NdR] e pensare a un ingresso da Piazza del Plebiscito e a una percorrenza fino a via Morelli. Insomma questa è una piazza “ritrovata” che diventa un accesso alla Napoli sotterranea con uscita dall’altra parte della città”.